domenica 5 agosto 2018

ALLA VOLTA DI...

Un viaggio verso i luoghi dell'anima fatto di incontri e afflati emotivi. Torre Alfina, il borgo della Poesia, dove una pietra millenaria dà voce al canto del tempo.
 
 
 




E' stata quindi Torre Alfina, una frazione del comune di Aquapendente nella tuscia viterbese, inserita a buon diritto tra i Borghi più belli d’Italia, ad offrire con il suo Castello un palcoscenico di suggestiva eccellenza alla cerimonia premiativa dell'8^ edizione del Concorso Internazionale di Poesie e Racconti "La Rosa d'Oro", promosso dall'omonima onlus in continuità con quanto voluto, ideato e organizzato fino al 2015 – anno della prematura scomparsa – dal Maestro Antonino Pietretti, fondatore del concorso. Un premio che è andato crescendo nel corso degli anni fino a conquistarsi un ben meritato posto tra le competizioni letterarie più note della penisola italiana e non solo. Ad aprire la kermesse, sabato 4 agosto, il Direttore Artistico Umberto Coro, il quale con passione e dedizione si è fatto carico di portare avanti i progetti del caro amico Pietretti.
 
 
 

Finalmente sono stati così resi noti i nomi dei vincitori. Nella sezione poesia, tra una ristretta rosa di 12 finalisti, la palma della vittoria è andata alla poetessa marchigiana Loretta Stefoni, premiata con la targa "La Rosa d'Oro" 2018, l'Antologia della manifestazione e la somma di 300 euro. Inoltre, la sua poesia dal titolo “La Rosa di Damasco” si è aggiudica di diritto un posto lungo lo splendido viale della poesia, caratterizzato dal cosiddetto percorso della "Rosa": una cartellonistica in ceramica artistica con impresse le poesie regalate al Comune di Acquapendente da alcuni poeti delle precedenti edizioni, inaugurato dalla lirica di Alda Merini “Salvate la madre di Gesù” per gentile concessione degli eredi. La posa della piastrella riportante la lirica della Stefoni avverrà il prossimo anno nel corso della nona edizione del premio con cerimonia dedicata. 

 

(Dalla prefazione dell'Antologia "Dentro la Rosa" di Gianni Maritati)
 
[...] «Parole come torri perché chi scrive vince, ma soprattutto difende: la cultura dall’ignoranza, il progresso dall’involuzione, la civiltà dall’inciviltà. Gli autori di queste poesie e di questi racconti sono guerrieri della luce letteraria contro quell’oscurità che oggi ha molti nomi: il menefreghismo, l’approssimazione, l’indebolimento del senso del dovere e del senso di comunità. Loro forse non se ne rendono conto fino in fondo, ma sono proprio loro gli avamposti di un nuovo coraggio che ci viene chiesto in questo primo scorcio di millennio: coraggio di esprimere liberamente e sinceramente i propri sentimenti, le proprie idee, la propria originale esperienza. Senza cadere negli slogan, nel conformismo, nell’appiattimento generale. Credetemi, non è impresa da poco.
“Loro” invece ci sono riusciti, regalandoci una splendida testimonianza. Ricordandoci, soprattutto, da dove veniamo. Da quegli uomini e da quelle donne che all’alba dei tempi si riunivano attorno al fuoco, la sera, per raccontare una storia o cantare quei versi che riuscivano a squarciare il buio della notte e della solitudine

 
 
E proprio a questo squarcio si rifà la poesia dirompente della Stefoni dalla quale si evince una natura viva, palpitante che partecipa alla vita dell'uomo. La rosa damascena col suo intenso e inebriante profumo che racchiude ben 400 sostanze aromatiche può essere considerata il respiro stesso della Siria, una terra che si fa carne e mostra le sue sanguinanti ferite accomunata nel suo destino di morte a quello di chi quelle dolenti zolle calpesta. Ecco l'idea che è al centro della poesia “LA ROSA DI DAMASCO”: l'agonia di un fiore diventa la metafora di un paese distrutto dalla guerra. La Giuria del Premio composta da scrittori e critici d’arte, i cui nomi sono stati resi noti durante la cerimonia di premiazione e che annoverava tra i suoi membri Gianni Maritati, noto giornalista e scrittore, vicecaporedattore nella Redazione cultura e spettacolo al Tg 1 della Rai, ne ha saputo cogliere l'essenza e ne ha dato la seguente motivazione:
«La notevole capacità poetica che si sposa con un animo empatico permette all'autore di affrontare un tema attuale, doloroso e importante con immagini che evocano sensazioni quasi pittoriche.»