sabato 16 gennaio 2016

Un piccolo gesto per accendere una speranza...

In nome di una religione non si può uccidere, eppure, ancora nel 2016 ciò accade. Questa volta si tratta dell'Arabia Saudita dove, con un processo farsa, un giovane uomo che dava voce al suo pensiero in versi è stato condannato a morte. E' questo il caso di Ashraf Fayadh, poeta e artista di origine palestinese accusato di "apostasia" per alcuni versetti blasfemi.
[...]
Il punto è che le poesie di Ashraf Fayadh non sono poesie “blasfeme”, come una certa stampa le ha etichettate. Sono dei componimenti poetici, alcuni brevissimi, sull’amore e sulla perdita dell’amata:

Chiedi allo specchio di spiegarti quanto sei bella! / Spargi come polvere le mie parole ammassate, / respira profondamente, e ricorda quanto ti ho amata…
 
Sono anche riflessioni, a volte filosofiche, sull’esistenza, sulla condizione dei rifugiati, sull’esilio, sulla cittadinanza:
 
Ogni Patria pacifica… o in guerra costante…/ Ogni Patria che, giorno dopo giorno, senza lamentarsi viene calpestata dai tuoi piedi… / Diventa nel cuore… qualcosa su cui l’esilio esistenziale non ha influenza…/ E che gli toglie importanza

[...] Stralcio del reportage di Chiara Comito,arabista (http://www.internazionale.it/reportage/2016/01/12/ashraf-fayadh-condanna-morte)
 
 
Consapevoli che il silenzio non è di aiuto a  Ashraf Fayadh uniamo la nostra voce a quella di quanti, in ogni luogo della terra, lottano e muoiono per la libertà di parola e per il riconoscimento dei diritti umani.
 
UNA FIRMA... UN GRIDO 
 
 
 
 
 
 
Si ringrazia il sito di editoriaraba che, avvalendosi della preziosa opera dei traduttori: Jolanda Guardi, Silvia Moresi, Caterina Pinto, Simone Sibilio, Alessandro Buontempo e Aldo Nicosia, ha messo a disposizione, nella versione italiana, alcune delle poesie di Ashraf Fayadh raccolte in un pdf scaricabile gratuitamente a questo link