Sabato 3 dicembre
2016 si è tenuta presso la Biblioteca Comunale Gaetano Baccari, situata all'interno del Palazzo Boldrin, uno dei palazzi storici di Lendinara, la cerimonia premiativa del Premio Letterario Internazionale "L'Arcobaleno della Vita".
L'evento è stato aperto dalla Presidente Fondatrice, Prof.ssa Gloria Venturini con un discorso introduttivo che ha illustrato i motivi per cui questo Premio è denominato: il concorso che fa bene al cuore.
Sì, perché è questo lo slogan che contraddistingue il concorso, in quanto, il Premio "L’Arcobaleno della Vita", giunto alla sua quindicesima edizione, è, da sempre, abbinato a progetti di solidarietà ed aiuto ai bambini che vivono condizioni di infanzia negata.
Quest'anno, in collaborazione con l'Associazione Follereau Italiana Dirittiamoci e con Insieme a Chiara Castellani Onlus, i contributi di partecipazione raccolti, tolte le spese organizzative e di segreteria, sono andati a sostegno del progetto “Kenge”, per l’acquisto di materiale sanitario nello Stato africano del Congo.
Le opere pervenute in questa edizione, tra racconti e poesie, sono state 362 con la partecipazione di autori provanienti da tutte le provincie d'Italia e anche dall'estero.
Sezione E: Silloge inedita di poesie a tema libero
Giurati: Davide Dal Maso, Antonio Stasolla, Paolo Santato, Ramis Tenan
Si dà lettura della motivazione
Motivazione
È
l'eco dell'Amore in tutte le sue sfaccettature che risuona in questa
silloge. L'autrice, sospesa tra passato e futuro, tra ricordi e
azzurre fantasie,
rivive e sogna i momenti più intensi della sua vita sentimentale. Lo
stile è ben ritmato e solo apparentemente semplice. Spiccano vivide
immagini e sequenze dal taglio cinematografico: «Gli
occhi già nel cielo / ritornano come boomerang / alle fattezze di
pianure. / La messa a fuoco / è sulle spighe grasse / laddove,
fragile, un papavero / si china quasi a toccare terra».
La natura è uno dei principali principali protagonisti della
rappresentazione, tramite l'analogia l'autrice proietta i propri
stati d'animo in essa: «Sono
rami sempre verdi i miei ricordi»,
«Nel
bosco di faggi e betulle / là, dove semine stolte di vento / hanno i
loro raccolti / di borragine e menta».
Silloge di grande forza che, soprattutto grazie alla costruzione di
efficaci immagini, rimane a lungo nella memoria del lettore. DDM