IL RESPIRO DEL
VIBURNO
Un'abile architettura di sillabe
e l'edificio è costruito.
Una prigione senza sbarre
dà il la alla vitale pulsione.
La chiave è tenebra
che silenzia il ricordo:
uno scioglilingua muto
per un assolo di voce.
Tu sei l'ingegnere
che ha firmato il progetto
di questa dimora
che non voglio abitare.
di questa dimora
che non voglio abitare.
Lo sguardo è altrove
laddove le rondini gridano
la loro voglia di cielo.
Migrazioni ostinate
danno forza a quelle ali
e le rotte sono già segnate.
La stagione segue il suo corso
e dell'inverno ha già il fiato
nel respiro del viburno
che ingrossa le sue timide gemme,
mentre la rosa abdica al vento
la sua pretesa di essere fiore.
Tutti i diritti riservati © Loretta Stefoni
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